Il cinema di De Camillis al Festival RIFF per raccontare la politica e le periferie di Roma

Scritto da il 8. Novembre 2018

Dopo una carriera trentennale tra scenografie e direzione artistica di eventi, la regia è con  la produzione, soprattutto concentrata sulla realizzazione di film e documentari di temi sociali sia in Italia che all’estero, sono l’impegno di Enzo De Camillis che non è certo nuovo al circuito dei festival. Tre anni fa, il suo lungometraggio Un intellettuale in Borgata con uno stupendo Leo Gullotta, ha viaggiato in lungo e in largo per i festival nazionali e  internazionali, con significativi successi, ricordiamo il premio Internazionale del Festival Omovis a Napoli e il premio Internazionale Libero Bizzarri, per poi approdare in città come Stoccolma nel 2015, Sofia, Lisbona nel 2016 fino a Buenos Aires 2017 e Santa Fe 2018, proiettato in Argentina in occasione della Mostra fotografica (grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia) curata sempre dal De Camillis, dal titolo P. P. Pasolini Io So…

Il suo ultimo lavoro dal titolo, Le Periferie di Roma e il movimento democratico selezionato al Festival RIFF, sarà proiettato il 19 novembre alle ore 21:30 al Nuovo Cinema Aquila. Ed è proprio il De Camillis da noi intervistato che ci racconta i suoi pensieri su questo suo ultimo lavoro:  Inizio il mio racconto filmico con il primo bombardamento di Roma del 19 luglio del 1943 durante la seconda guerra mondiale, ad opera dei bombardieri americani, forze aeree alleate del Mediterraneo, guidati dal generale James Doolittle.

Il bombardamento fu eseguito la mattina con trecento bombardieri pesanti, quadrimotori Boeing B-17  e Consolidated B-24, seguiti nel pomeriggio da altri duecento bombardieri medi. L’attacco incontrò una debole resistenza; la città di Roma subì pesanti danni materiali e le perdite umane furono numerose. Il bombardamento di Roma suscitò grande scalpore ed ebbe importanti conseguenze militari e politiche, favorendo l’ulteriore indebolimento del regime fascista e accelerando la caduta di Benito Mussolini.

San Lorenzo fu il quartiere più colpito dal bombardamento degli alleati mai effettuato su Roma, insieme ad altri quartieri come Tiburtino, Prenestino, Casilino, Labicano,  Tuscolano e al Nomentano.  4.000 bombe (circa 1.260 tonnellate) sganciate sulla città provocarono circa 3.000 morti e 11.000 feriti, di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel solo quartiere di San Lorenzo.  Al termine del bombardamento papa Pio XII si recò a visitare le zone colpite, benedicendo le vittime sul Piazzale del Verano.

E’ da questo periodo storico che inizia il mio documentario con una Roma distrutta dalle macerie e una popolazione disperata, affranta e stanca della guerra. Ma con una voglia di crescere di ricostruire una città e un futuro grazie a una volontà di uomini politici e di una popolazione coraggiosa e forte nel ricostruire un futuro.

Un futuro che dopo la guerra ricordiamo con fatica e sacrifici ma con una continua crescita ricostruendo e seguendo le esigenze urbanistiche e sociali delle periferie, delle borgate dove l’emigrazioni di uomini e donne arrivati dai paesi limitrofi di Roma abitavano in baracche in quei quartieri bombardati durante la guerra o negli archi delle mura romane, per arrivare a gli anni ’70 con i sindaci della svolta politica, G. Carlo Argan, Luigi Petroselli e Ugo Vetere.

Poi? Il consumismo e il potere della televisione privata degli anni successivi contamina non solo la popolazione con un appiattimento culturale e morale ma anche l’uomo politico che, distratto da altre esigenze ed equilibri politici, abbandona totalmente le periferie e le esigenze di chi vive nelle borgate.

Questo è il vero tema del documentario, l’abbandono della politica e dell’uomo politico dalle periferie, uno spaccato della trasformazione dal dopoguerra a oggi tratto dal libro di Roberto Morassut “Le borgate e il dopoguerra”, arricchito con immagini di archivio dell’Aamod grazie al suo Presidente Vincenzo Vita e con le testimonianze di personaggi politici che hanno vissuto nelle amministrazioni romane come l’ex sindaco Francesco Rutelli, lo stesso Roberto Morassut, per arrivare a Franca d’Alessandro Prisco (ex assessore), Marisa Rodano (ex parlamentare) e Antonello Falomi (ex assessore). Uomini e donne di sinistra che hanno governato Roma e che oggi sottolineano la mancanza della politica nelle periferie. Una ricerca della credibilità dal popolo delle periferie?  Lo spero, convinto che il documentario storico serva a non dimenticare e a riflettere per far riflettere.


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