Non si dica che è una festa la giornata della donna
Written by Miriam Candurro on 9. Marzo 2019
Qui e ora di MIRIAM CANDURRO
Cari uomini, domani ricorre la giornata internazionale della donna. Attenti a non chiamarla “festa” perché vi assicuriamo che c’è davvero molto poco da festeggiare.
E per quest’anno lasciate perdere i regali e non disboscate alberi di mimose.
Se volete davvero farci un omaggio, provate per qualche ora a mettervi nei panni di una donna. Non dovete andare lontano, potete cercare tra quelle che conoscete.
Mettetevi nei panni di Simona, 38 anni, che ogni giorno al lavoro viene guardata male dai suoi superiori perché ha scelto di fare figli e uscire all’orario pattuito piuttosto che fare qualche straordinario e dedicarsi anima e corpo all’azienda. Mettetevi nei panni di Sara, 43 anni, quando le troppe attenzioni del marito geloso le lasciano addosso segni indelebili. Mettetevi nei panni di Claudia, 28 anni, che ha dovuto firmare le dimissioni in bianco non appena ha comunicato al suo datore di essere incinta.
Mettetevi nei panni di Giorgia, 40 anni, inseguita sotto casa dal suo ex che non si arrende alla fine della loro storia.
Mettetevi nei panni di Francesca, 31 anni, colpevole di essere una bella donna, vittima di stalkeraggio da parte di alcuni suoi colleghi che la considerano una “facile”. Mettetevi nei panni di Stella (nome di fantasia), 24 anni, che due giorni fa è stata stuprata da un branco in un ascensore di una stazione ferroviaria all’ora di punta.
Mettetevi nei panni di Anna, di Lucia, di Paola e di tutte noi, quando ci troviamo a percorrere di sera un posto isolato, magari perché non abbiamo trovato parcheggio vicino casa. E camminiamo col terrore di essere avvicinate, molestate, aggredite, violentate. Quel terrore che, voi non lo sapete, ma blocca il respiro e fa tremare le gambe.
Mettetevi nei panni, solo per un giorno, di chi chiede l’uguaglianza nelle opportunità ma soprattutto di chi chiede che la sua vita valga non di più, ma solo quanto quella di un uomo.